Oggi, il termine di acquacoltura identifica l’insieme di attività umane finalizzate all’allevamento di pesci, molluschi, crostacei e alghe.
L’acquacoltura è in realtà un’attività molto antica, che risale ad oltre 5.000 anni fa. In un bassorilievo della tomba di Akithetep risalente al 2.500 a.C. è riconoscibile un uomo che raccoglie pesci d’acqua dolce da un piccolo stagno. Sempre allo stesso periodo risalgono le origini della capricoltura in Cina. Fang, tra il 1135 e il 1122 a.C., sembra essere stato fra i primi padri della piscicoltura cinese. Egli infatti, costruì stagni destinati all’allevamento di pescei, e fu proprio lui che raccolse le prime note sul comportamento e sull’accrescimento dei pesci allevati.
L’acquacoltura in europa
In Europa, la piscicoltura moderna ha inizio con un sorprendente risultato tecnico-scientifico: la fecondazione artificiale di uova di trota di ruscello eseguita da Stephan Ludwig Jacobi, nel 1741. La stessa tecnica fu riscoperta nel 1842 dal prof. Coste del Collegio di Francia, che diede avvio alla diffusione di troticoltura, che , un secolo dopo. esplose come la pratica di piscicoltura più diffusa nel mondo nordoccidentale.
L’acquacolura oggi
Oggi, l’acquacoltura per far fronte alle domande dei consumatori, sta assumendo un ruolo sempre più importante. In particolare quello che riguarda l’Italia, già da molti anni in quasi tutti i banchi di vendita, accanto ai pesci di cattura si trovano prodotti provenienti da allevamenti. La scelta di molti consumatori si indirizza su alcune specie in quantità tale da non consentire al settore della pesca di rispondere alla domanda. C’è però un altro motivo che comporta un maggiore sviluppo dell’attività di acquacoltura in quantità e qualità: il pesce, infatti è un alimento sano e gustoso e questo comporta una domanda sempre maggiore da parte dei consumatori.